Chiesa San Saturnino, Cagliari
Restauro conservativo degli elementi marmorei nella Chiesa di San Saturnino
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Chiesa di San Saturnino
La chiesa trovata da Fulgenzio era stata probabilmente eretta sul luogo dove la tradizione individuava il sepolcro del giovane Cagliaritano Saturno o Saturnino, martirizzato nel 304 secondo la Passio sancti Saturni, un documento medievale che narra la vicenda del santo. Nel 1089 il complessivo venne donato dal giudice Costantino Salusio II di Cagliari ai monaci benedettini dell’abbazia di San Vittore di Marsiglia, che vi stabilirono un priorato. I Vittorini restaurarono la chiesa secondo i canoni del Romanico provenzale.
Nel 1324, durante l’assedio del Castello da parte degli aragonesi, il monastero di San Saturnino venne gravemente danneggiato. Nel 1363 Re Pietro IV concesse il sito ai cavalieri di San Giorgio de Alfama. Nel 1444 entrò in possesso dell’arcidiocesi di Cagliari: il monastero fu lasciato in abbandono e la chiesa venne restaurata nel 1484. Fregi e decorazioni proveniente da San Saturno furono riutilizzati come materiali da costruzione nella ristrutturazione del castello di San Michele voluta dal conte Giacomo Carroz. Seguì un lungo periodo di decadenza, in cui si collocano gli scavi che interessarono la necropoli paleocristiana intorno alla Basilica dal 1614, allo scopo di ritrovare i cosidetti ‘’corpi santi’’, e, nel 1669 l’asportazione di materiali che vennero riutilizzati nella ristrutturazione barocca della cattedrale.
Nel 1943 la chiesa venne danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Riparata nel dopoguerra tra il 1948 e il 1952 e restituita al culto, veniva spesso scelta dai cagliaritani per la celebrazione dei matrimoni. Nel 1978 la chiesa la chiesa venne chiusa per svolgere dei nuovi restauri, lavori che durarono fino al 1996, anno in cui la basilica venne definitamente riaperta alle visite. Il giorno 30 ottobre del 2004, festa di San Saturnino, la basilica dotata di un nuovo altare e di un nuovo ambone venne riconsacrata e riaperta al culto dell’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Mani.
La basilica di San Saturnino si trova all’interno di un’area recintata, in cui è inclusa una necropoli paleocristiana tutt’ora interessata da scavi archeologici, ubicata tra la piazza di San Cosimo e la Via Dante. In realtà ci è pervenuta solo una parte dell’antica basilica, originariamente a pianta a croce greca e transetto con cupola emisferica all’incrocio dei bracci, tutti e quattro a tre navate; infatti l’attuale tempio è costituito unicamente dal vano cupolato, la parte più antica dell’edificio (V-VI secolo), sostenuto da piloni con colonne alveolate, e dal braccio orientale, a tre navate e chiuso da un’abside semicircolare.
I due specchi laterali conservano i portali architravati e sormontati da lunette a tutto sesto. Oltra alla facciata si accede al piano di calpestio dello scomparso braccio ovest, oltre al quale si trova l’attuale accesso alla chiesa, aperto su una vetrata a specchio sostenuta da intelaiatura in metallo scuro.
Il braccio orientale si presenta esternamente ornato ai fianchi da archetti pensili, mentre l’abside si presenta con pietrame a vista in quanto ha perduto il paramento esterno in calcare di Bonaria. All’interno il braccio è diviso in tre navate da archi a tutto sesto su colonne. La navata centrale è coperta da volta a botte, mentre le navate laterali costituite da due campate ciascuna, hanno volte a crociera.
San Saturnino
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